È chiaro che la proposta dei minibot, che larga eco ha avuto in tutto il continente, ha a che vedere con la questione della posizione dell’Italia nell’euro, ma per affrontare il tema cerchiamo innanzi tutto di capire di che si tratta dal punto di vista economico e della finanza pubblica, perché non sempre le opinioni di commentatori più o meno esperti sono state precise e complete a riguardo.
Continua a leggere ▸I post che parlano di: euro
Dolo, colpa e responsabilità dell'intellettuale
La scorsa settimana, in occasione del sessantesimo del Trattato di Roma, sono stato coinvolto in un dibattito tra economisti, promosso dal Sole24Ore, sui costi e benefici dell’euro. Vi si confrontavano posizioni diverse su un argomento cruciale e di grande attualità. Non intendo qui però riassumere le diverse posizioni, ma soffermarmi brevemente su un piccolo incidente, che ha avuto per protagonista un collega del Politecnico che non conosco personalmente, il prof. Fabio Sdogati.
Continua a leggere ▸L'euro e il costo del debito pubblico
All’euro si possono fare tutte le critiche, ma che con la moneta unica il costo di sostenere il nostro debito pubblico sia diminuito in modo consistente è qualcosa che proprio non è possibile negare. O invece sì?
Per affrontare il problema è necessario entrare nel dettaglio, un po’ tecnico, della relazione tra interessi, deficit ed evoluzione del debito.
Continua a leggere ▸Il paradosso dell'uscita democratica dall'euro
È possibile uscire dall’euro seguendo un percorso decisionale democratico? La democrazia, si sa, è lenta, ha i suoi tempi. Tempi di raccolta del consenso, di dibattito, di mediazione, di decisione. Invece, un abbandono della moneta unica richiederebbe decisioni rapide, da prendere nel giro di giorni se non di ore, e da realizzare senza esitazione. Questo per evitare che nel frattempo i mercati (cioè i risparmiatori, i correntisti ecc.) reagiscano alla prospettiva di uscita prosciugando la liquidità del sistema bancario e mettendo al tappeto il sistema finanziario del paese interessato.
Continua a leggere ▸I mulini a vento del fiscal compact
Il primo mi pare che sia stato proprio Matteo Renzi, a fine ottobre, in piena campagna referendaria. Dovendo togliersi di dosso l’immagine di esecutore delle politiche di rigore dell’Unione europea, dichiarò che il suo governo si sarebbe opposto all’introduzione del fiscal compact nei trattati europei.
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